- Sciacquo da 1 minuto con clorexidina 0.12%: per abbassare la carica microbica del cavo orale e ridurre l’aerosol batterico
- Protezione del paziente e dell’operatore: cuffietta e occhiali per il paziente, anche mascherina ad alto filtraggio per l’operatore
- Protezione dei tessuti periorali: posizionamento dell’Optragate che oltre a proteggere le labbra è estremamente utile per retrarre labbra e guance del paziente e per avere una migliore visione del campo
- Applicazione del Rivelatore di placca: viene consigliato un rilevatore bifasico, per distinguere meglio il biofilm dalla placca in via di mineralizzazione, per capire, a secondo dell’intensità del colore il “giovane” dal “vecchio”. Importante sciacquarlo solo con acqua
- Istruzione e motivazione all’igiene orale domiciliare: guidati dal rilevatore di placca mostrare le carenze o le efficienze dell’igiene orale del vostro paziente e modificarne le abitudini se necessario
Inizia ora la terapia effettiva…
- Decontaminazione mucose e dorso della lingua: rimozione del biofilm da gengiva aderente e libera (nella sua parte esterna, escluso il solco che verrà trattato in un secondo momento) lingua, considerata principale reservoir di batteri, e dalle mucose – intese come:
- palato duro (non il molle che può indurre il riflesso faringeo)
CHE COSA SI USA: manipolo sopragengivale con polvere di eritritolo.
- POTENZA: 50%
- IRRIGAZIONE: 100%
- DISTANZA: 5 mm
- INCLINAZIONE: tra i 30° e i 60° mai a 90° con movimenti di vai e vieni (non indugiare su un punto)
- TEMPO: pochi secondi con movimenti rapidi di vai e vieni
- RACCOMANDAZIONI: non avvicinarsi troppo ai tessuti e stare lontani dai dotti salivari
- Rimozione del biofilm sopragengivale: questa fase prevede la rimozione del biofilm e delle macchie sopragengivali non si fa altro che “cancellare” il rilevatore di placca presente sulle superfici dentali.
RIMOZIONE BIOFILM O DELLE PIGMENTAZIONI BLANDE:
- CHE COSA SI USA: manipolo sopragengivale con polvere di eritritolo.
- POTENZA: dal 50% al 100%
- IRRIGAZIONE: 100%
- DISTANZA: 3-5 mm
- INCLINAZIONE: tra i 30° e i 60° mai a 90° con movimenti di vai e vieni in direzione apico-coronale
- TEMPO: per raggiungere l’efficacia
- RACCOMANDAZIONI: \
RIMOZIONE PIGMENTAZIONI RESISTENTI:
- CHE COSA SI USA: manipolo sopragengivale con polvere di bicarbonato 40 micron o glicina 65 micron.
- POTENZA: dal 50% al 100%
- IRRIGAZIONE: 100%
- DISTANZA: 3-5 mm
- INCLINAZIONE: tra i 30° e i 60° mai a 90° con movimenti di vai e vieni in direzione apico-coronale
- TEMPO: per raggiungere l’efficacia – ideale max 15 secondi
- RACCOMANDAZIONE ASSOLUTA: indirizzare il getto in senso apico-coronale solo sul dente per evitare danni ai tessuti molli
Diagnosi parodontale: (può essere effettuata in qualsiasi momento basta che sia precedente al punto 9) andare a rilevare la posizione dei sondaggi patologici e identificarne la consistenza dei tessuti molli adiacenti ad essi.
Rimozione del biofilm sottogengivale: in questa fase si rimuove il biofilm sottogengivale. In base al sondaggio ogni sito verrà trattato in maniera specifica. RIMOZIONE BIOFILM NEI SOLCHI (PPD<4mm):
- CHE COSA SI USA: manipolo sopragengivale con polvere di eritritolo
- POTENZA: dal 50%
- IRRIGAZIONE: 100%
- DISTANZA: 3-5 mm
- INCLINAZIONE: tra i 30° e i 60° mai a 90° con movimenti di vai e vieni in direzione corono-apicale
- TEMPO: max 5 secondi a solco (es. versante vestibolare del 21)
- RACCOMANDAZIONI: non superare il tempo e la distanza raccomandati
RIMOZIONE BIOFILM NELLE TASCHE (PPD>4mm PPD< 10mm):
CHE COSA SI USA: manipolo sottogengivale (Perioflow®) con puntale dedicato con polvere di eritritolo- POTENZA: dal 20% al 50% (a seconda della tonicità dei tessuti)
- IRRIGAZIONE: tra 70% e 100% (a seconda della tonicità dei tessuti)
- DISTANZA: si inserisce nella tasca
- INCLINAZIONE: parallelo all’asse lungo del dente/impianto (inserimento naturale del puntale nella tasca con movimenti di vai e vieni in direzione corono-apicale)
- TEMPO: max 5 secondi consecutivi a sito (es. DV del 21)
- RACCOMANDAZIONI: non superare il tempo raccomandato e VALUTARE LA TONICITA’ DEL TESSUTO ovvero se il tessuto è lasso (come può essere in terapia attiva) non è raccomandato utilizzare nel sito il Perioflow®. Assolutamente non raccomandato in caso di ascessi parodontali o peri- implantari, in tal caso sarà necessario controllare prima la fase acuta con altri presidi.
Questo passaggio deve essere sempre eseguito prima dell’eventuale strumentazione meccanica o manuale, in modo da non veicolare aria nei tessuti traumatizzati.
NB: fino a 10 mm è da intuire nel fatto che il puntale ha una lunghezza massima di 10 mm quindi risulterebbe inefficace.
NB: Una corretta abitudine è quella di posizionare un dito a livello della linea muco-gengivale o miloioidea e comprimere i tessuti per evitare l’insufflazione di aria al di sotto delle fasce muscolari. In questi casi utilizzare il manipolo sempre al minimo della potenza (1,7 Bar).
- Rimozione del tartaro con Ultrasuoni:
In questa fase viene rimosso il tartaro in maniera specifica, quindi solo dove è presente, guidati anche dalla fase sottogengivale che facilita la localizzazione dello stesso. L’ideale sarebbe utilizzare strumentazione No-Pain® perché rispetta ulteriormente i tessuti dentali grazie ai suoi movimenti lineari e al controllo automatico della potenza emessa in base alla resistenza incontrata. Utile è avere anche un portafoglio punte dedicate per andare a rimuovere il tartaro in maniera più agevole, riducendo quindi drasticamente l’utilizzo delle curette (ad oggi noi le utilizziamo solo come eventuale explorer). - Applicazione del rivelatore di placca come verifica finale
- Eventuale rifinitura sopragengivale con eritritolo.
- Applicazione di fluoro: per ripristinare la pellicola naturale che riveste gli elementi dentali.
- Motivazione e istruzione all’igiene orale domiciliare
- Pianificazione dei richiami in base al rischio individuale
Il protocollo, se applicato correttamente, permette di trattare tutti i tipi di pazienti, dal bambino all’adulto con lavori protesici difficilmente detergibili, dal paziente sano al paziente compromesso. Varieranno solamente le tempistiche di ogni passaggio ed eventualmente non si effettueranno determinati passaggi a seconda della condizione. Controindicazione assoluta invece è l’utilizzo delle polveri in pazienti con problemi respiratori (es BPCO).
La problematica in cui si potrebbe incorrere, in genere dovuta a uno scorretto utilizzo del manipolo sottogengivale, è l’enfisema, ovvero l’insufflazione di aria all’interno del tessuto connettivo. L’area risulterà gonfia e con il caratteristico crepitio alla palpazione. È consigliato premere la zona gonfia in direzione della bocca, proteggendo con l’altra mano le fasce laterali e/o orbicolari per evitare lo spostamento della massa d’aria verso l’orbita o verso il collo. Utile può essere la somministrazione di cortisonici intramuscolo (Bentelan) in prossimità dell’enfisema nell’immediato, la somministrazione di antinfiammatori nei giorni successivi e la copertura antibiotica (soprattutto se si stava lavorando su un sito infetto).
I vantaggi nell’utilizzo di questo protocollo sono:
- Uguale efficacia clinica rispetto SRP
- Minor danno tissutale sia per i tessuti molli che duri
- Minor rischio di indurre ipersensibilità dentinale
- Maggior precisione di decontaminazione durante la terapia
- Minor rischio di indurre recessioni dovute a strumentazioni aggressive
- Maggior efficacia nelle zone difficilmente detergibili
- Minor accumulo di placca sulle superfici dentali nel tempo
- Minor accumulo di pigmentazioni nel tempo
- Maggior confort per il paziente e per l’operatore
- Risparmio di tempo